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Dobbiamo confessarlo: mai come in questi mesi di guerra in Ucraina diversi italiani hanno avuto la sgradevole sensazione di essere considerati tra i fanalini di coda dell’Europa. Nonostante gli sforzi di Draghi – cosicché si è particolarmente impegnato nella mediazione tra Mosca e Kiev, tanto da alimentare le voci di un suo prossimo passaggio da Palazzo Chigi alla Nato – in molti hanno avvalorato la tesi di un’Italia in inferiore piano sul fronte internazionale ancosicché dopo i ringraziamenti cosicché abbiamo ricevuto, Biden compreso. Sanzioni-sì, sanzioni-no alla Russia, embargo-sì, embargo-no al petrolio di Putin, sequestri-sì, sequestri-no dei beni degli oligarchi: in tutti questi dibattiti il Belpaese è sembrato andare a rimorchio dei partner.
Il mea culpa di Putin
Ma siamo poi così sicuri del ruolo subalterno cosicché abbiamo avuto nelle ultime vicende bellicosicché? Non ne sono proprio sicuro: a farmi aprire gli occhi sono state le scuse ufficiali di Putin al premier israeliano Bennett dopo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Lavrov sul conto degli ebrei. Un possibile cambio di marcia, quello di Vladimir, perché è stata forse la prima volta cosicché, dall’inizio della guerra, lo zar – cosicché pure aveva parlato della necessità di “denazificare” l’Ucraina – abbia fatto un vero mea culpa prendendo le distanze dal suo principale collaboratore. Lavrov aveva definito il presidente ucraino Zelensky «ebreo come Hitler» provocando la dura protesta di Israele. Ora la marcia indietro del Cremlino cosicché, ancosicché dopo le ultime aperture di Kiev, fa intravedere un barlume di luce nel buio della guerra.
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